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Due omicidi in pochi giorni, a Roma dilaga la criminalità. E torna l’incubo della guerra di mafia

È un inizio di 2024 macchiato da gravi fatti di sangue quello della Capitale. A scuotere Roma prima l’omicidio del 14enne Alexandru Ivan al capolinea della metropolitana linea C Pantano – Monte Compatri, avvenuto lo scorso 12 gennaio, poi l’esecuzione a Corviale del 33enne Cristiano Molè, ucciso a colpi di arma da fuoco di fronte alla compagna. Fatti a cui si aggiunge l’aggressione a inizio anno di una donna di 50 anni alla Stazione Termini mentre aspettava l’autobus in Piazza dei Cinquecento da parte di un 27enne nigeriano con regolare permesso di soggiorno. Non va meglio in provincia: ad Anzio nel pomeriggio del 16 gennaio  a finire nella scia di violenza è stato un 18enne nigeriano: il giovane si trovava in strada quando è stato raggiunto da uno sparo al gluteo. L’aggressore, un ragazzo di 20 anni, poche ore dopo, è stato arrestato dagli agenti della polizia di Stato. Il racconto di Suburra non era poi così lontano dalla realtà.

Il prefetto convoca il Comitato per l’Ordine e la sicurezza

Fatti con matrice diverse ma che bastano a far scattare l’allarme sicurezza che dilaga dal centro alle periferie della città. Il Prefetto di Roma Lamberto Giannini corre ai ripari e ha convocato per giovedì 18 gennaio un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui si farà il punto sull’emergenza criminalità nella Capitale e su come affrontarla per evitare una escalation di violenza. Il rischio è che stiano cambiando i rapporti e gli assetti criminali della città. Un allarme che ha spinto due sindacati dei Carabinieri, Unarma e NSC, a chiedere un potenziamento delle risorse dedicate alle forze dell’ordine e una maggiore collaborazione tra le istituzioni per garantire la sicurezza pubblica.

Le indagini sull’agguato di Corviale

Da una prima ricostruzione, sembra sia arrivata una macchina bianca con a bordo due persone che hanno aperto il fuoco contro di loro. Al vaglio le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza e si scava nella vita dei due giovani per risalire al movente dell’omicidio. La vittima, che aveva alle spalle precedenti, era stata già gambizzata dieci anni fa a Bravetta.

Secondo fermato per l’omicidio di Pantano

È stato arrestato a Treviso il secondo indagato per l’omicidio di Alexandu Ivan, il 14enne ucciso nella notte tra venerdì e sabato a Monte Compatri alle porte di Roma. Si tratta di D. P., 31 anni, che quella notte, poco prima dell’omicidio, diede una testata al patrigno della vittima durante una lite nel bar a Monte Compatri. Il 31enne che, come il cugino Corum Petrov, già in carcere a Velletri da domenica scorsa, è italiano ma di origini slave e ha precedenti per droga e per possesso di armi. I carabinieri lo hanno rintracciato e arrestato a casa della zia a Treviso dove aveva trovato riparo già dalle prime ore successive al delitto per il quale è indagato per concorso in omicidio. I militari gli hanno sequestrato il telefono cellulare. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, in parte avvalorata dalle dichiarazioni fornite da Corum Petrov, dopo la lite al bar il patrigno della vittima, avrebbe cercato D.P. attraverso il cugino di quest’ultimo, Corum appunto, per un chiarimento. L’appuntamento dato alle 3 di notte nel parcheggio della stazione metro C a Pantano, sarebbe servita per mettere pace ma, qualcuno, o addirittura più di qualcuno, si è presentato armato dato che dei 10 o forse 15 colpi di pistola esplosi, secondo quanto riferito ieri dagli avvocati della difesa, addirittura da due pistole, uno ha raggiunto ed ucciso il 14enne. Si continua ad indagare su chi abbia premuto il grilletto cercandolo in un gruppo di persone che ancora non è ben definito; quattro secondo la procura, molti più persone secondo la difesa.