La scelta del rapper Emis Killa, accompagnato da Gue Pequeno, come cantanti per il concerto di Capodanno a Ladispoli sta creando grandi polemiche. Ad alzare il polverone un articolo di Repubblica, rilanciato dai consiglieri regionali di Italia Viva Marietta Tidei e Luciano Nobili oltre al consigliere comunale della cittadina laziale Eugenio Trani.
L’accusa per Killa è quella di aver scritto canzoni dai testi misogini: «Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi, io ci ho provato e tu mi hai detto no. E ora con quella cornetta ti ci strozzerò» è uno dei versi incriminati.
La replica del sindaco di Ladispoli
Alle polemiche ha replicato il sindaco di Ladispoli Alessandro Grando, della Lega, che ha assicurato che sul palco di Piazza Falcone Killa non canterà le canzoni incriminate: «L’obiettivo dell’amministrazione comunale ha spiegato Grando – è quello di creare un grande evento, gratuito per il pubblico che dia la possibilità ai nostri ragazzi di passare la notte del 31 a Ladispoli senza doversi recare altrove in una serata che troppo spesso, purtroppo, è stata scenario di gravi incidenti stradali».
Secondo i consiglieri di Italia Viva, però, «al di là delle esorbitanti cifre stanziate per il compenso, quello che allarma e indigna è la scelta di far esibire in una piazza pubblica un cantante che ha fatto del dileggio e dell’incitamento all’odio e alla violenza contro le donne il suo marchio di fabbrica. Una scelta incomprensibile e per certi veri provocatoria, fatta a pochi giorni di distanza dalle numerose e partecipate manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia contro la violenza sulle donne, in occasione della giornata del 25 novembre. Da quanto emerge, una parte dei fondi stanziati sarebbe stata chiesta dal Comune di Ladispoli alla Regione Lazio. Se ciò corrispondesse a verità, è assolutamente opportuno che la presidenza Rocca dia il suo diniego a tale contributo».
Le accuse del Partito democratico
Il Pd di Ladispoli ha definito i 345 mila euro per una serata “una spesa immorale”, aggiungendo: «Emis Killa ha replicato alle critiche dicendo che “ha voluto sensibilizzare al tema del femminicidio” con una narrazione cruda. Riteniamo che da una presenza incisiva come quella del rapper dovesse arrivare un’altra narrazione, di solidarietà per le donne e di condanna per gli assassini», dicono i dem. Anche la consigliera regionale e coordinatrice nazionale del Pd, Marta Bonafoni, attacca la decisione del leghista e chiede alla Regione Lazio di non finanziare l’evento: «È una scelta sbagliata e pericolosa», afferma la dem.
Sui social la controreplica del sindaco Grando: «Mi permetto di dare un consiglio ai nostalgici: provate a scrollarvi di dosso la “mentalità da paesello”».