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La Dengue spaventa, quattordici casi nel Lazio. Lo Spallanzani: «Nessun caso grave, Evitare infondati allarmismi»

Nel Lazio il conto dei casi di dengue è arrivato a quattordici. L’ultimo è un professionista poco più che trentenne che, come riporta Il Messaggero, si è presentato con dolori lancinanti al costato al Pronto soccorso dell’ospedale San Camillo. Altri due romani sono ricoverati allo Spallanzani anche se l’Ospedale ha reso noto, a differenza di quanto riportato dal quotidiano di Via del Tritone, che non versano in gravi condizioni: uno è già stato dimesso mentre un secondo paziente sarà dimesso a breve. La precisazione dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, arriva per “evitare infondati allarmismi”.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i casi di dengue importati (ossia contratti all’estero) sono al momento 80, cinque invece quelli autoctoni, di cui uno già accertato a Roma e per cui sono stati attivati l’isolamento e il servizio di disinfestazione dalle zanzare nelle zone del XIV Municipio e della Cecchignola.

Il ruolo delle zanzare nella trasmissione della dengue

Come sottolinea il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, la dengue è una malattia di origine virale causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. Non c’è una cura se non il riposo.

Attenzione però alla dengue grave, una complicanza potenzialmente mortale a causa di perdita del plasma, accumulo di liquidi, problemi respiratori, emorragie gravi o compromissione d’organo. Colpisce soprattutto i bambini. I segni premonitori da osservare, e che occorrono 3-7 giorni dopo i primi sintomi, sono: dolore addominale grave, vomito persistente, respiro affannoso, sanguinamento delle gengive e stanchezza. Le successive 24-48 ore della fase critica possono essere letali.